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“eppure
non mi pento nemmeno un po’ di essere io di essere quel che sono
io che parlo troppo io che rido troppo e continuo a sorridere e scavo negli sguardi senza ritegno
io che urlo e piango e mi aggrappo con disperazione a certe illusioni infantili
davvero non mi pento nemmeno un po’ della matassa incomprensibile che oggi sono.
Torno ad ammirare i sassi che il mare lascia sulla battigia  levigati dall’acqua paziente pallidi nella luna calante
infine non mi pento dei miei giorni raccolti in un giornale di bordo
che continuo a scrivere con mano ordinata
fino a quando avro’ mare da navigare e cieli da raccontare”
Angela P.